L’impegno morale e civile dei laici

Semeria adolescente

 

“Diffondiamo la luce … e, poi, accanto alla parola

mettiam mano ai fatti” 1  

 

– “Diffondiamo la luce … e, poi, accanto alla parola mettiam mano ai fatti: un fatto solo vale bene cento ragionamenti.” 1

– “Il femminismo è un movimento serio, un movimento che non si può arrestare col ridicolo, ma che va studiato, ove se ne vogliano combattere i difetti … è una forma di quella tendenza, di quell’impulso al progresso, onde tutte le forze sono animate, travolte… Il femminismo è un movimento serio – non rappresenta il capriccio incomposto di alcune anime eccentriche, lo sforzo utopistico di alcune donne superbe, il fremito di altre, per loro e comune sventura, spostate: c’è di tutto questo nel femminismo, ma il femminismo moderno, attuale, contemporaneo, non è questo solo: è un movimento che assume anche forme serie, che ha delle proporzioni vaste, che si connette con alcune delle più profonde e tipiche tendenze della nostra età.” 2

– “Io sono … per la cultura della donna. Lo so, non tutti la pensano così – lo so, ci sono diffidenze generiche contro la scienza e speciali contro  la scienza femminile – io vedrò di dissipare se mi riesce, le une e le altre, mostrandovi … i vantaggi morali di cui, a mio avviso, la scienza alla donna potrebbe essere feconda.” 3

– “Il laicato non è più nulla nella Chiesa oggi, il clero è tutto.  Non solo il laicato non si ingerisce oggi più come altra volta nelle quistioni clericali, ma il clero s’ingerisce lui nelle quistioni laiche; non più i laici eleggono i vescovi, i vescovi eleggono i deputati.” 4

– “La riforma interiore vorrei con il mio libro promuoverla proprio nelle alte classi sociali, dove esso probabilmente troverà il maggiore (sia pure piccolo) numero dei suoi lettori, come vi ebbero il maggior numero di uditori le Conferenze… nel loro proprio e nell’interesse della società, vorrei che fossero più conscie dei loro doveri sociali e più attive nel compierli… Io vorrei loro rammentare che è un sacrosanto dovere, è un urgente interesse, ch’esse si mettano a servizio del popolo con quanto hanno di cultura intellettuale, di forza economica, di prestigio sociale, d’efficacia nell’opera. A servizio del popolo — salvate il popolo — sauvez le peuple; ecco il programma e la sintesi della democrazia, come io la intendo, come, almeno per ora, solo è possibile. Questo è il programma che concerne le alte classi sociali ed è programma cristiano.” 5

– “Ma come nel suolo italico manca il nero pane del carbone per la nostra industria, così mancano nel nostro vivere sociale i caratteri, le energie morali: gente che parla, molta; gente che agisce, ben poca, poca, poca davvero.  E il paese tutto cerca l’uomo, invoca il salvatore: trova dei poderosi oratori, piccoli uomini, capaci di resistere con dignità ai moti, agli urti della piazza e anche solo alle mene segrete di pochi settari.” 6

– “Quanti burattini nel mondo morale, amici miei !  Uomini, donne, del cui parlare, del cui agire, del cui sentire la causa va sempre cercata in qualchedunaltro fuori di loro stessi … e, intendiamoci: non in qualche uomo o gruppo la cui autorità morale essi si sono convinti, e che perciò credono in coscienza di dover seguire, no: ma in qualche individuo o gruppo che  essi temono per viltà, che amano per simpatia, e che domani cederanno le redini del loro capriccioso dominio a altro individuo o gruppo secondo il variare della passione …” 7

– “Amici, ne abbiamo quanto basta per dirigere la nostra operosità.  Lavoriamo, laboremus, lavoriamo a quel progresso morale degli individui e della umanità che non potrà essere maturo nella eternità se non siasi iniziato qui nel tempo.”8

– “C’è del disordine nel mondo, o amici; troppo di piacere per gli uni, troppo poco di oneste gioie materiali per gli altri. Egli è che noi abbiamo convertito in scopo della esistenza quello che doveva esserne il mezzo.” 9

– ” … è l’opera che urge, amici miei giovani, mentre tante simpatie purtroppo si cercano strappare a Gesù Cristo, mentre si semina contro di lui l’odio il più brutale e villano. La protesta più efficace, una delle più efficaci, almeno, sarà di mostrare col fatto che noi, sì, proprio noi, educati da Cristo al più puro e fervido amor di Dio, noi siamo i migliori servi dell’umanità.” 10

– “Se alcuno sta in alto [53…] non vi è per godersi il posto, ma per compiervi una funzione; non v’è per il bene suo, bensì per il bene altrui. E questo non può essere che il popolo, ancora… troppo materialmente e moralmente infelice”. 11

– “Fratelli miei se si vuole prospero il proprio Paese ci vuole dell’amore, della carità. La patria non  è a destra o a sinistra o nel centro. La patria è al di sopra di tutte le consorterie.  Bisogna capire, bisogna sentire che il bene di essa consiste in una scrupolosamente onesta gestione del pubblico denaro, in una amministrazione della giustizia veramente uguale per tutti, nella moralità dei  cittadini, nella vivacità profonda del sentimento religioso. Bisogna sentire tutto questo, confessando, se occorre, di aver sbagliato per l’addietro, virilmente sacrificando a questi supremi interessi le proprie vedute e i piccoli tornaconti”.12

– “Pane agli impotenti, lavoro ai forti, educazione per tutti, – eccovi, o miei signori, il programma che si debbono proporre quanti sentono che la carità non a deprimere deve servire, ma a sollevare; non a rendere cronici i mali di questa povera umanità, ma a guarirli, quanto è possibile, nella loro radice; – quanti intendono la carità non come uno sport qualsiasi, ma come un arduo e laborioso dovere, e comprendono la carità vera non dover mirare superbamente a rendersi necessaria, ma dover, da parte sua, tendere umilmente a sparire non nell’apatia delle umane miserie, ma nel rimedio ad esso stabilmente arrecato.”13

– “… pessimisti (o  pigri?.., ce ne sono tanti qui… che ad ogni vostra proposta benefica, vi rispondono: Questi non sono paesi: l’ltalia del Sud non è come quella del Nord. La cosa è vera fino ad un certo punto solamente: al Sud come al Nord i buoni germi attaccano, purché ci siano il seminatore coraggioso e il coltivatore paziente.” 14

– “la scelta del mondo morale … non è tra la vita e la morte, no, no – è tra la vita piccina e la vita grande, la vita autentica e la vita effimera, tra il vivere per sé soli contro tutti (morte verace) e il vivere per molti, per tutti (vita sola degna di questo gran nome).” 15

– “Il popolo crederà a quel gruppo d’uomini che avrà saputo fare con maggiore efficacia i suoi interessi. Fare ecco il grande e ingenuo segreto della vittoria.”16

– “I più dei nostri cattolici dispostissimi a contribuire generosamente per una festa o luminaria al Santo patrono, per un’opera di carità e di beneficenza, stentano a capire che si può onorar Dio anche promovendo la scienza e si può aiutar la causa della fede anche diffondendo la cultura.”17

– “Non ternete, perché cristiane, di divenir colte, ma perché colte non vi vergognate di essere e comparire cristiane.”18

– “Si può studiare per sapere, ed è una curiosità – perché altri sappiamo di noi, ed è vanità – per far del bene, ed è carità – per diventar buoni, ed è la più alta e celeste sapienza.” 19

– “Uscite, uscite, signore e signorine, uscite dalle domestiche mure, uscite sotto l’impulso del sentimento e del dovere, ad esercitare il grande sociale ufficio della carità – uscite ad esercitarlo, così come i nuovi tempi richiedono, non con le limosine sole, ma con la educazione del povero; non con denaro ciecamente distribuito, ma con soccorsi logicamente proporzionati.” 20

– “… lo scopo della vita non ha da essere il piacere in nessuna delle sue forme, bensì il dovere in tutte – e (…) la gloria non è nel sapere molto, ma nel fare bene. 21

– “Studiare, ecco il verbo nuovo, studiare la religione, che si aggiunge all’antico: sentirla. Studiarla di più, per sentirla meglio … e farla sentire.” 22

– “Facciamo qualcosa di meglio che contare sulle tenebre; diffondiamo la luce, luce piena e schietta che non taccia ai ricchi dei loro doveri verso i poveri, né a questi dei loro doveri verso i ricchi. E poi accanto alle parole mettiam mano ai fatti: un fatto solo vale bene cento ragionamenti.” 23

– “Lo spirito immortale di Padre Semeria, pioniere dell’ apostolato cristiano nel mondo, era vivo e presente nel Concilio come lo è in questo periodo post-conciliare fra i cattolici impegnati a rinnovare le strutture della loro azione per adeguarle alle nuove esigenze della vita sociale” 24

– “Uomini onesti e nobili possono condurre un popolo alla rovina, e possono salvarlo con abilità maggiore uomini meno onesti.   La cosa non deve fare sembrare meno preziosa la onestà – no, no, ma deve richiamarci a sentire quella che della onestà  è la  specifica efficacia.     Non chiediamo mai a nessuno, ciò che esso non è destinato a dare, se non gli vogliamo far fare noi una brutta figura. ” 25

– “In fondo, gli uomini, la maggioranza degli uomini, anche quelli più prevenuti, li puoi portare dalla tua parte più con una personale disposizione fatta di ‘misericordia’ che con la forza delle idee e dei ragionamenti logici. Ma a condizione di spendersi totalmente, eroicamente per il prossimo, senza rimanere attaccati alle cose … Ciò farà certo soffrire la parte più terrena della nostra umanità, ma senza frizione, fatica e sofferenza non ci sarà mai alcuna possibilità interiore di uomo nuovo!” 26

– “La verità morale e religiosa non basta «accettarla», bisogna «viverla».” 27

– “(La Carità) … senza di essa nulla esiste di buono, nulla serve, neanche l’elemosina la più generosa, neanche il martirio …. «Charitas numquam excidit».” 28

– “Fede, badate, non credulità. C’è I’abisso fra le due cose, per quanto molti le scambino… Si può aver fede in un uomo; si può aver fede in un’idea, non divina. La fede di cui parla il Vangelo è sempre e sola fede religiosa, sanamente,  profondamente religiosa: la fede, grazie alla quale siamo i figli di Dio, è qualcosa che viene da Lui e va a Lui. Fede buona nella Bontà; una fede, certezza immota, assoluta, profonda. II mondo non ha questa fede. II mondo è scettico. Ha della fede, non la fede; degli idoli; non Iddio, il mondo. Non crede nella bontà amorosa e trionfatrice. Crede alle passioni, non alla ragionevolezza. Crede ai ciarlatani, non agli apostoli. Crede all’astuzia, non alla verità.” 29

– “siate caritatevoli, cioè fate la carità , e avrete nell’anima l’aurora e il meriggio di Dio.” 30

– “qual è questa carità falsa? E’ proprio la carità che non fa e parla. Il non fare ne costituisce il non essere, e il parlare le dà l’apparenza. La parola buona, caritatevole, vuota di opere, non è più abito, è maschera, è commedia. Come frequente allora e adesso la commedia della carità! Come facile e frequente (appunto perchè tanto facile) I’impietosirsi gemebondo
sulla miseria del prossimo. poverino qua! poverino là! E come frequentemente la esaltazione verbale della carità: facile e frequente il panegirico della filantropia! E quanti, sfogato così il loro istinto rettorico e sentimentale si credono, si sentono in pace con la loro coscienza”! Credono di aver fatto tutto, perchè hanno parlato molto! … C’è più carità in una goccia di operosità, che in un mare di chiacchiere.” 31

– “Il grande fondamentale nemico della fede appare lungo il secolo XIX il soggettivismo, la doxa od opinione>, direbbe Aristotele, sostituita alla scienza; il sentimento o la volontà sostituiti, diciamo noi, alla ragione obiettiva. Perchè il soggetivismo assume appunto queste varie colorazioni: è sentimentalismo, quando si vuome giudice delle verità il vago ed oscuro sentimento; è volontarismo o pragmatismo, quando si parte addirittura dalla volontà come norma e criterio, meglio ancora produttrice della verità.” 32

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1.  G. Semeria “Per gli operai ”, in “Idealità buone: Per la Scienza. Per la Patria. Per il Secolo. Per le donne. Per i Giovani. Per gli operai. Per la musica. Per i monti. Per la ginnastica. Per le feste”, Tip. della Gioventù, Genova 1901, pag. 161.
2. P.G. Semeria “la donna” in “La donna e l’Immacolata” vol. 3 “Quaderni del Centenario della nascita“, “Eco dei Barnabiti”, Roma 1967, pagg. 6-8.
3.  P.G. Semeria “la donna colta” in “La donna e l’Immacolata” vol. 3 “Quaderni del Centenario della nascita“, “Eco dei Barnabiti”, Roma 1967, pagg. 6-8.
4. G. Semeria “Anni Terribili. Memorie inedite di un “modernista” ortodosso (1903-1913)” (a cura di A. Zambarbieri e A. Gentili) San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2008, pag. 265.
5. G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900,  pagg. 4-5.
6. P. G. Semeria “La libertà”, Le Monnier, Firenze 1936, pag. 140;
7. P. G. Semeria “La coscienza”, Le Monnier, Firenze 1937, pagg.98-99.
8. P. G. Semeria “I problemi della libertà e la Teologia”, Le Monnier, Firenze 1937, pagg.91.
9. P. G. Semeria “La legge”, Le Monnier, Firenze 1937, pag. 44.
10. P. G. Semeria “La legge”, Le Monnier, Firenze 1937, pag. 150.
11. P. G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900, pagg. 9-10. Lo stesso concetto è ripreso anche alle pagine 206-207.
12. I.R. Zanini “Padre Semeria. Destinazione carità”, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2008, pag. 126.
13. G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900,  pagg. 206-207.
14. P. G. Semeria “lettere pellegrine”, Vita e Pensiero, Milano 1919., pag. 30.
15. G. Semeria (B. S.) “Alla vigilia del protestantesimo. Storia di una Santa (S. Caterina da Genova)” in “Rassegna Nazionale”, 16 aprile 1910. Ristampato anche in: G. Semeria “Saggi… clandestini”, Ediz. domenicane, 1967, vol. I, pagg. 157;
16. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”,  Federico Pustet, Roma 1904 pag. XII.
17. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”,  Federico Pustet, Roma 1904 pag. 8.
18. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”,  Federico Pustet, Roma 1904, pag. 135.
19. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pag. 137.
20. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pagg. 157-158.
21. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pag. 133.
22. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pag. 151.
23. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pag. 190.
24.  G. Quadrotta “Il pensiero sociale in “Evangelizare”, Numero Speciale,  a. VI (1967), n. 8 (agosto), pag. 42.
25. S[emeria] B[arnabita] “Aristocratici e democratici allo strazio della storia” in “Rassegna nazionale”, vol. 188, a. 1912, pag. 570.
26. G. Zorzi “Senso e attualità della lezione di un grande maestro di Giovanni Semeria: Friedrich von Hügel” in “Barnabiti Studi”, Roma, n. 34 (2017), pag. 82.
27. G. Semeria “Le vie della fede. Contributi apologetici“, Libreria Pontificia Federico Pustet, Roma 1903, pag. 43.
28. G. Semeria “Le Epistole delle Domeniche”, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Roma-Milano, 1938-XVI, pagg. 34-35.
29. G. Semeria “Le Epistole delle Domeniche”, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Roma-Milano, 1938-XVI, pag. 69.
30. G. Semeria “Le Epistole delle Domeniche”, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Roma-Milano, 1938-XVI, pag. 87.
31. G. Semeria “Le Epistole delle Domeniche”, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Roma-Milano, 1938-XVI, pagg. 108-110.
32. G. Semeria Epilogo di una controversia: lettera aperta … a proposito del vol. «Scienza e fede»”  in “Rivista di filosofia neoscolastica”, Milano, a. XI (1919), fasc. 4-5 (ottobre), pagg. 525.

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