Gli Inni della Chiesa (1903)

Fascicolo VIII: L’Inno della Croce

 

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F. I testi degli Inni:

 

F. 6.a. Veni Sancte Spiritus

Testo in Latino                                 Traduzione in Italiano

1. Christe, Redemptor omnium,
ex Patre, Patris unice,
solus ante principium
natus ineffabiliter.

2. Tu lumen, tu splendor Patris,
tu spes perennis omnium,
intende quas fundunt preces
tui per orbem servuli.

3. Salutis auctor, recole
quod nostri quondam corporis,
ex illibata Virgine
nascendo, formam sumpseris.

4. Hic praesens testatur dies,
currens per anni circulum,
quod a solus sede Patris
mundi salus adveneris.

5. Hunc caelum, terra, hunc mare,
hunc omne quod in eis est,
auctorem adventus tui
laudat exsultans cantico.

6. Nos quoque, qui sancto tuo
redempti sumus sanguine,
ob diem natalis tui
hymnum novum concinimus.

7. Iesu, tibi sit gloria,
qui natus es de Virgine,
cum Patre et almo Spiritu,
in sempiterna saecula. Amen.

1. Cristo, redentore di tutti, nato dal Padre, suo Unigenito, il solo nato ineffabilmente prima dell’inizio.

2. Tu luce, tu splendore del Padre, tu perenne speranza di tutti, ascolta le preghiere che ti rivolgono i tuoi servi sulla terra. 

3. Ricordati, salvatore, che un tempo, nascendo dalla Vergine intatta, hai assunto visibilmente il nostro corpo. 

4. Questo giorno presente, ripresentandosi nel giro dell’anno, attesta che tu solo sei venuto dalla sede del Padre quale salvezza del mondo.

5. Il cielo la terra e il mare, e tutto ciò che è in essi glorificano con un inno di esultanza l’Autore della tua venuta.

6. Noi pure, che siamo stati redenti dal tuo sacro sangue, per il giorno della tua nascita cantiamo un inno nuovo.

7. A te Gesù sia gloria, nato dalla Vergine, al Padre e al Santo Spirito nei secoli eterni. Amen.

 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Veni_Sancte_Spiritus

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F. 6.b Veni Creator Spiritus

Testo in Latino                                 Traduzione in Italiano

Veni, creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
Donum Dei altissimi,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.

Amen.

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono dell’altissimo Padre,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.

Sia gloria a Dio Padre,
al Figlio, che è risorto dai morti
e allo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Veni_Creator_Spiritus

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F. 7. Dies Irae

Testo in Latino                                 Traduzione in Italiano

Dies Irae, dies illa
solvet saeclum in favilla
teste David cum Sybilla.
 
Quantus tremor est futurus,
Quando judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus.
 
Tuba, mirum spargens sonum
per sepulcra regionum
coget omnes ante thronum.
 
Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.
 
Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.
 
Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet, apparebit:
nil inultum remanebit.
 
Quid sum miser tunc dicturus?
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus?
 
Rex tremendae majestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me, fons pietatis.
 
Recordare, Jesu pie,
quod sum causa tuae viae
ne me perdas illa die.
 
Quaerens me, sedisti lassus,
redemisti Crucem passus:
tantus labor non sit cassus.
 
Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.
 
Ingemisco, tamquam reus,
culpa rubet vultus meus
supplicanti parce, Deus.
 
Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.
 
Preces meae non sunt dignae,
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne.
 
Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.
 
Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis,
voca me cum benedictis.
 
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis.
 
Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
 
Huic ergo parce, Deus:
pie Jesu Domine,
dona eis requiem. 
Amen.
Giorno dell’ira sarà quel giorno
dissolverà il mondo terreno in cenere come annunciato da David e dalla Sibilla.
 
Quanto terrore verrà
quando giungerà il giudice
a giudicare severamente ogni cosa.
 
La tromba diffondendo un suono stupefacente tra i sepolcri del mondo spingerà tutti davanti al trono.
 
La Morte si stupirà, e anche la Natura quando risorgerà ogni creatura per rispondere al giudice.
 
Sarà portato il libro scritto
nel quale 
tutto è contenuto,
dal quale si giudicherà il mondo.
 
E dunque quando il giudice si siederà, ogni cosa nascosta sarà svelata, niente rimarrà invendicato.
 
In quel momento che potrò dire io, misero, chi chiamerò a difendermi, quando a malapena il giusto potrà dirsi al sicuro?
 
Re di tremenda maestà,
tu che salvi per grazia chi è da salvare, salva me, fonte di pietà.
 
Ricorda, o Gesù pio, che io sono la causa della tua venuta; non lasciare che quel giorno io sia perduto.
 
Cercandomi ti sedesti stanco,
mi hai redento patendo la Croce:
che tanta fatica non sia vana!
 
Giusto giudice di retribuzione, concedi il dono del perdono prima del giorno della resa dei conti.
 
Comincio a gemere come un colpevole, per la colpa è rosso il mio volto; risparmia chi ti supplica, o Dio.
 
Tu che perdonasti Maria di Magdala, tu che esaudisti il buon ladrone, anche a me hai dato speranza.
 
Le mie preghiere non sono degne;
ma tu, buon Dio, con benignità fa’
che io non sia arso dal fuoco eterno.
 
Assicurami un posto fra le pecore,
e tienimi lontano dai capri,
ponendomi alla tua destra.
 
Smascherati i malvagi, condannati alle aspre fiamme, chiamami tra i benedetti.
 
Prego supplice e in ginocchio,
il cuore contrito, come ridotto in cenere, prenditi cura del mio destino.
 
Quel giorno sarà un giorno di lacrime, quando risorgerà dalla cenere il peccatore per essere giudicato.
 
Perdonalo, o Dio:
pio Signore Gesù,
dona a loro la pace. Amen.
 

Fonte: https://www.cantualeantonianum.com/2010/10/canti-per-i-defunti-la-sequenza.html

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F. 8. Vexilla Regis

Testo in Latino                                 Traduzione in Italiano

Vexìlla Regis pròdeunt;
Fulget Crucis mistèrium,
Qua vita mortem pèrtulit,
Et morte vitam rèddidit.
Figunt cruènti Nùminis
Clavi manus, vestìgia;
Redemptiònis gratia
Hic immolàtur hostia.
Post vulneràtus ìmpiae,
Mucròne diro lànceae,
Ut nos lavàret crìmine,
Manàvit unda et sànguine.
Ìmpleta sunt quae còncinit,
David fidèli càrmine,
Dicèndo nati ònibus:
Regnàvit a ligno Deus.
Arbor decor et fùlgida,
Ornàta regis pùrpura,
Elècta digno stìpite
Tam sancta membra tàngere.
Beàta, cuius bràchiis
Salus pèpendit saeculi:
Stàtera facta est còrporis,
Tulìtque praedam Tàrtari.
O crux, ave, spes unica
Hoc passiònis tèmpore,
Piis adauge gràtiam,
Reisque dele crìmina.
Te, summa coeli Trìnitas,
Collàudet omnis spìritus:
Quos per Crucis mistèrium
Salvas tuère iùgiter. Amen

Del Monarca s’avanza il vessillo:
Della Croce rifulge il mistero,
Onde a morte distrusse l’impero
El che a tutti la vita rendé.
Del Divino Paziente le mani
Qui trafissero i chiodi ferali:
E a riscatto di tutti i mortali
Qui l’Eterno olocausto si fè.
Qui da barbara lancia si vide
Il divino costato trafitto,
E a mondarci del primo delitto
Sangue insieme con acqua versò.
E fu allor che del regio profeta
Si compié la famosa parola,
Lorché disse: Israel, ti consola,
Che l’Eterno da un legno regnò.
O dell’ostro regal rivestito,
Arbor santo, fra mille, tu solo
Del Signor della terra e del polo
L’almo corpo trascelto a toccar.
La salute del mondo sostennero
Le tue braccia tre volte beate,
E le schiere d’Abisso, spogliate,
Di lor preda, si vider tremar.
Salva, Croce, che l’unica speme
Sei dell’uomo: tu compine i voti;
Per te cresca la grazia ai devoti,
E de’ rei si cancelli l’error.
Ogni spirto ti lodi, gran Triade,
E di lor che a salvezza Tu guidi,
Per la croce muovanti i gridi,
E li guarda con occhio d’amor

 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Vexilla_regis

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