Di fronte al luccichio delle nuove ideologie che rappresentavano l’avanguardia del materialismo irreligioso e dell’edonismo estetico – sempre alla ricerca del piacere, del superfluo – era ora, per il Semeria, di fare uno sforzo di concretezza, per “generare luce, non fosforescenza, per destare sulla scia delle … parole, fermenti di salutare discussione”72; per farsi promotori di opere di carità, perché “più che con l’eloquenza della parola – si supportassero le proprie idealità con la tacita, irresistibile eloquenza dei fatti.”73
[pullquote]Dalla filosofia delle idee alla filosofia dell’azione, alla filosofia della vita…[/pullquote]
Alla filosofia delle idee era giunto – in sostanza – il momento di sostituire, e subito, la filosofia dell’azione, la filosofia della vita.”74
E, se, più tardi, il decreto su “L’apostolato dei laici” ricorderà che “dall’aver ricevuto i carismi, anche i più semplici, sorge per ogni credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e a edificazione della Chiesa”75 lui ribadisce – attraverso la sua parola e i suoi scritti – che la responsabilità prima di ciascun cristiano, e dei religiosi in particolare, è di impegnarsi a “lavorare con la più severa ricerca della verità… – ma nella determinazione di -… mettere la scienza a servizio del bene”76; che “bisognerebbe dappertutto, ma in Italia soprattutto, parlare poco e fare molto e parlare (quel poco) e fare (quel molto) con uno spirito immenso d’amore, senza ombra di odio e anche solo di astio”77.
Era convinto, infatti, che si può credere a chi parla (ma) è difficile non credere a chi lavora fortemente; è impossibile non credere a chi, per una causa, eroicamente soffre. Si può simulare la parola, più difficilmente l’opera, impossibile simulare la sofferenza.”78
Non fu un caso, quindi, se molti intellettuali dell’area cattolica suoi contemporanei si riferissero al religioso barnabita come all”incarnazione del giovane pensiero cristiano”79.
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72. A. De Marsico “In occasione della traslazione della salma di padre Semeria da Roma a Monterosso a mare” Monterosso, 3 novembre 1968 in: AA. VV. “In memoria di Padre Giovanni Semeria”, op. cit., pag. 107.
73. P. Giovanni Semeria “La Chiesa missionaria” in “La Chiesa”, op. cit., pag. 133.
74. P. Giovanni Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)”,Federico Pustet, Roma 1903, pagg. 42,.61-62. Al proposito vedi anche: S. Cavaciuti “Il concetto semeriano di Filosofia”(I e II) su “Barnabiti- Studi” n.2 (1985), pagg.113-130 e n. 3 (1986), pagg.123-149.
75. Decr. “Apostolicam actuositatem”, 18 novembre 1965, I,3.e
76. P. Giovanni Semeria “Le vie della Fede”, op. cit., pag. 63.
77. P. Giovani Semeria “L’Unione per il bene”, op. cit., pag. 90.
78. P. Giovani Semeria “Le Beatitudini evangeliche”, op. cit., pag. 223.
79. A. Giacomelli cit. in: E. Vercesi “Padre Semeria servo degli orfani” Amatrice, Scuola Tip. dell’orfanotrofio maschile di guerra, 1932, pag. 19 Senza dimenticare i riferimenti, più o meno espliciti, alla persona del Semeria che si possono rintracciare in alcuni dei più famosi romanzi del tempo (A. Gatto “Ilia ed Alberto” Mondadori, Milano 1937).
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