Quando, allo scoccare del nuovo secolo, il Semeria scrisse “all’orologio della storia batte l’ora della democrazia”3, il movimento democratico cristiano era agli inizi e pareva impossibile, ai più, conciliare la propria fede cattolica, con l’amore di patria e le pressanti rivendicazioni degli ultimi. Non pochi spiriti liberali, delusi dal “Non expedit“, vedevano, quindi, nella Monarchia e nella Conciliazione tra Stato e Chiesa, un’opportunità, concreta, di impegno sociale cristiano, una garanzia nei confronti di un socialismo ateo e rivoluzionario che diventava, col tempo, sempre più virulento e destabilizzante.