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  • La Chiesa evangelica

    Semeria adolescente

    “Il regno di Dio non fa un passo nel mondo

    se non è portato da volontà e operosità umane 2

     

     

    – “Non dimentichiamo di inculcare, certo in alto e in basso, inculcare con le parole e con l’esempio, lo spirito di povertà: la convinzione, cioè, che i beni materiali non sono né i soli né i supremi, e la conseguente moderazione nel desiderarli, la subordinazione loro al nutrito desiderio di beni migliori” 1;

    – “Il regno di Dio non fa un passo nel mondo se non è portato da volontà e operosità umane” 2;

    – “I teologi devono scendere più coraggiosi tra i laici e i laici debbono risalire su nelle regioni troppo a lungo neglette della teologia” 3;

    – “A noi cattolici … importa far sapere a tutti: che la obbedienza tra noi non soffoca la libertà e la libertà non degenera in licenza; che non siamo né automi né eccentrici; non siamo né ribelli, né schiavi, che c’è nel nostro campo la concordia dei cuori piena sempre e profonda e l’iniziativa della mente sempre libera” 4;

    – “Ci furono e ci sono forse ancora oggi uomini che amano o dicono di amare la Chiesa, ma per un falso ossequio a ciò che è, per uno scambio della tradizione con la consuetudine, della riverenza con la adulazione, per una piccineria di vedute e di aspirazioni, non sanno né volere né procurare a lei nuovi incrementi di bellezza e di vita” 5;

    – “Io invoco e sospiro la Chiesa che sarà davvero la tua, la Cristiana Chiesa — la Chiesa nella quale non ci sarà più un gruppo d’uomini che senza studiare si credono in possesso d’una verità definitiva e l’adoperano per gettarla come barriera sulla via d’ogni onesta libera ricerca, ma uomini umili, caritatevoli, innamorati della verità precederanno gli altri nello sforzo umile della ricerca e appariranno così più vicini a te, più pieni di te, più capaci di condurre a te gli spiriti dei loro fratelli. A questa Chiesa che tratta le anime con tanta alterigia succederà un’altra che le tratti con grande riverenza, come fai tu, o Signore” 6 ;

    – “Così in mano di Dio possono essere strumenti di un’opera quelli che personalmente le sarebbero più avversi, tanto poco l’uomo fa quello che vuole e tanto spesso serve a quello che assolutamente non vorrebbe” 7 ;

    – “Al magistero che impone la verità va sostituito l’altro magistero che la insinua” 8 ;

    – “Nella Chiesa nulla si perde e nulla si isterilisce. I fedeli anche eroicamente fedeli rendono testimonianza a ciò che nella Chiesa è divino ed eterno; ne aiutano il trionfo tacendo come parlando, con l’arma al piede come con l’arma in mano” 9;

    – “I profeti dell’avvenire sono i martiri del presente: paiono e sono inopportuni, fuori di tempo e di luogo. Un giorno però i veri profeti gioveranno: qualcuno troverà utile il citarli” 10;

    – “La Chiesa non ha bisogno di noi, lo so, ma l’umanità ha bisogno di uomini di Chiesa, che capiscano un poco meglio il loro tempo, le sue voci intime ed esteriori” 11;

    – “Sono un po’ rivoluzionario ed eretico, non è vero? Ma le crepe superficiali sono spesso delle verità molto intime. I dogmi hanno cominciato a parer crepe. Non fu crepa ai Giudei il Cristianesimo nascente? Pigliamoci le nostre brave responsabilità non solo individuali, ma collettive — anche se la collettività si chiami Chiesa o Papato… perché politicamente l’una e l’altro sono fallibilissimi. Il nostro torto è di estendere inconsciamente, in pratica, a queste cose politiche la infallibilità dogmatica. Certo in astratto non si ha il coraggio di dire vera tale mostruosità, ma in pratica, caso per caso, si ragiona sempre come se quella mostruosità fosse vera. E perciò si ragiona male, poco serenamente” 12;

    – “Abbiamo perso le masse. Gli operai che lavorano e quindi vivono in masse nei grandi centri, non sono più cristiani. Ma noi abbiamo il diritto di essere tristi, perché le masse operaie non sono più cristiane, dopo tanti secoli di Vangelo. Come riconquistarle? con quali apostoli? con operai apostoli della loro condizione. Il giudeo (chi si fa giudeo) converte il giudeo. La legge è questa. Ci vuole una élite, un lievito operaio cristiano nella massa operaia pagana. Operai che abbiano imparato a gustare il Cristianesimo, la vita cristiana”#8221; 13;

    – “Io persisto a vagheggiare una riforma morale profonda di questo nostro organismo cattolico senza toccarne nessuna delle membra essenziali che ora paiono cristiane. I tempi mi paiono per certi lati ricchi di promesse e gravi per certi altri di timori. Quanta grettezza da vincere! Quanti interessi da calpestare! Quanti pregiudizi da smettere!… Questa dimostrazione dell’adattabilità della Chiesa all’ambiente moderno doveva… compierla il papato nei giorni di Leone XIII” 14;

    – “Io veggo la Chiesa, non l’ideale Chiesa che non muta, ma questa reale Chiesa, fatta d’uomini, questa reale Chiesa che s’agita nel tempo e si circoscrive nello spazio, pur sempre animata d’ideale soffio divino, io la veggo dilatare ognora il suo spirito e le sue braccia per accogliere ognora più d’umanità; e veggo la parte dell’umanità più eletta, più assetata di verità, di giustizia e d’amore, volgersi alla Chiesa di Cristo piena di desiderio e di speranza.” 15

    – “La Carità, questo vero innesto dell’altruismo sociale sull’albero del valore individuale, la carità è la virtù cristiana per eccellenza, la virtù senza della quale non si è cristiani, e la cui mercè il Cristianesimo tocca in un’anima l’apice della perfezione: plenitudo legis dilectio. L’individualismo adunque non sta nel Cristianesimo senza socialità: quello non che avere in questa un limite ha in questoa il suo completamento, la sua perfezione.” 16

    – “… guai ad una religione che divenga una serie di pratiche – questo e niente altro! Quella religione è morta – sarà forse un bel cadavere, ma un cadavere.” 17

    (segue a pag. 2)

    [Ultimo aggiornamento: 07.10.2015, allle ore 19:02]


  • Hanno scritto di lui …

    Anni Terribili

                                        

                           “Uno degli uomini pubblici più in vista del cattolicismo italiano nel sec. XX”  1

                                                                                                                                 G. De Luca                                                                                                                                                      

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  • La Questione Modernista

    Semeria con Cadorna e D'Annunzio

    C.  Saggi e volumi introduttivi sulla Questione Modernista:

     

    – A. Houtin “Histoire du modernisme catholique“, Chez l’Auteur, Paris 1903;

    – A. Cavallanti “Modernismo e modernisti”, Tip. vesc. Luzzago, Brescia 1906;
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  • P. Giovanni Semeria e Mons. Louis Duchesne

    Mons. Louis Duchesne
    Mons. Louis Duchesne 1
     

    Bibliografia essenziale

     

    – H. Bremond “Letters from Louis Duchesne to F von Hugel” in “Archive Catalogue”, University of St Andrews, Scotland  (1892-1899);
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  • P. Giovanni Semeria ed Ernesto Buonaiuti

    Ernesto Buonaiuti
    Ernesto Buonaiuti 1

    Bibliografia essenziale

     

    – Ragg. X “Dalle rive del Tevere. Corrispondenza critico-storico-polemica diretta contro gli oppugnatori dell’ Episcopato romano di S. Pietro e contro i Reverendi Buonaiuti e Semeria in ispecie”, 30 aprile 1900, pagg. 1-2;
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  • P. Giovanni Semeria e Carlo Bo

    Carlo Bo
    Carlo Bo 1

    Bibliografia essenziale

     

    – C. Bo “Ricordo di Gallarati Scotti. Un cattolico del Rinnovamento” nel “Corriere della Sera”, a. C, n.127, Milano, 1.06.1976, pag. 3;

    – C. Bo “Semeria e la Carità” nel “Corriere della Sera”, a. XCII, n. 177, Milano, 28.07.1967, pag. 3 [ripubblicato in “Don Mazzolari e altri preti”, La locusta, Vicenza 1979, pagg. 68-69];

    – C. Argenta “Giovanni Semeria nel centenario della nascita. Un maestro di impegno civile per i cattolici di ieri e di oggi” in “L’Avvenire d’Italia”, 15.12.1967;
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  • Il giudizio degli intellettuali

    Anni Terribili

                                        

                           “Uno degli uomini pubblici più in vista del cattolicismo italiano nel sec. XX”  1

                                                                                                                                 G. De Luca                                                                                                                                                      

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