Come i “fratelli separati” anche la donna viveva – secondo il Semeria – la sua esclusione dalla partecipazione attiva alla vita della Chiesa come un motivo di disagio, un motivo di inaccettabile subordinazione106.
Come i “fratelli separati” anche la donna viveva – secondo il Semeria – la sua esclusione dalla partecipazione attiva alla vita della Chiesa come un motivo di disagio, un motivo di inaccettabile subordinazione106.
Non cullarsi in concetti teologici che paiono severi e sono semplicemente gretti…
Verso i “fratelli separati”92, poi, il Semeria – che aveva stretti rapporti di stima e di amicizia con intellettuali di fede anglicana, e protestante – alla Chiesa, chiedeva uno sforzo ulteriore; quello di “non cullarsi in concetti teologici che paiono severi e sono semplicemente gretti”93, instaurando un dialogo, sincero, tra le fedi.
Intanto, nell’attesa che il clero prendesse coscienza dei grandi stravolgimenti avvenuti nella cultura del secolo per poter adeguatamente prepararsi a rispondere a quell’ondata di sfiducia, di irreligiosità, e di razionalismo imperante, che travolgeva l’Europa di fine Ottocento, pensò di lavorare alla costruzione, dalle fondamenta, di una cultura religiosa per i laici, realizzando – fra i primi – il progetto di una Scuola Superiore di Religione a Genova, nel novembre del 189728; una scuola che, oltre a fornire una conoscenza ampia e profonda delle scritture, dei testi essenziali del Magistero, desse modo ai cristiani di spaziare, anche, verso gli studi storici, letterari e filosofici contemporanei. Dal Fogazzaro al Von Hügel, da Giulio Salvadori a M. Blondel29 .
Al clero, e agli spiriti liberi che – come il giovane Minozzi – sentivano “doveroso approfondire la conoscenza dei pensatori moderni” per scoprire in essi quella favilla di vero che vi splende16 raccomandava, quindi, lo studio perché potessero essere gli artefici di un risveglio, autentico, del pensiero cristiano senza, per questo, nulla togliere alle reali, profonde, necessità della dottrina17.
Col suo impegno di studioso ed oratore sollecitava, infatti, il clero, gli intellettuali, i teologi, a conciliare con la morale – e il pensiero cristiano – il frutto delle nuove scienze, delle più recenti scoperte – specie nel settore della critica storica – in modo che la pratica della religione e l’onestà intellettuale dello scienziato potessero procedere di pari passo con la conoscenza scientifica, nella prospettiva di arrivare a un’interpretazione della realtà, integrale, sinceramente cristiana.