– “Se alcuno sta in alto […] non vi è per godersi il posto, ma per compiervi una funzione; non v’è per il bene suo, bensì per il bene altrui. E questo non può essere che il popolo, ancora… troppo materialmente e moralmente infelice”.1
– “Nei grandi centri dove i progressi della cultura si elaborano, le università, le accademie; nelle grandi riviste dove la cultura di manifesta; nelle grandi opere dove la cultura di un popolo, di un’epoca, si assume, spira un soffio cristiano, un soffio cattolico?… E non diciamo: ci hanno messo e “ci mettono fuori” no non lo diciamo, perché prova una cosa poco onorifica per noi, prova che ci siamo “lasciati” mettere alla porta. Bisogna forzarla ed entrare”.2
– “… mentre il dare ad altri (economicamente parlando) toglie a voi, il fare agli altri del bene morale fa bene anche a voi. E’ un’igiene dello spirito, è una ginnastica della volontà, è un miglioramento.” 3
– Noi “cristiani non siamo né illusi, né sfiduciati … La vita per noi è seria sì, ma non è brutta, ma non è spensierata: la vita è grande”. 4
– “La vita non è uno scopo, ma uno strumento; non una meta, ma una via; non la rocca della vittoria; ma l’arena della lotta; non la casa del riposo, ma il campo della fatica”. 5
– “Abbastanza fummo rimorchiati, l’ora è venuta di rimorchiare alla nostra volta anche noi; abbastanza in coda, l’ora è venuta di metterci alla testa del movimento”. 6
– “A noi cattolici mancano o certo difettano scienziati veri, e per tali intendo gli specialisti: ci bisogna di averne, per averne bisogna formarli. Queste sono cose evidenti e di cui tutti siamo convinti…. Però scienziati veri non accademici e giovani. Bisogna mirar di preferenza ad avere specialisti nelle scienze storiche e nelle biologiche”.7
– ” … è l’opera che urge, amici miei giovani, mentre tante simpatie purtroppo si cercano strappare a Gesù Cristo, mentre si semina contro di lui l’odio il più brutale e villano. La protesta più efficace, una delle più efficaci, almeno, sarà di mostrare col fatto che noi, sì, proprio noi, educati da Cristo al più puro e fervido amor di Dio, noi siamo i migliori servi dell’umanità.” 8
– “E non diciamo, per carità, che noi abbiamo la carità, e che l’abbiamo noi solo, e che l’abbiamo più degli altri. No, chè con questo cominceremmo a dimostrare di averne poca, ma teniamo ben fermo che saremo cristiani e cari al Maestro divino, se avremo, e a misura che avremo carità, amore.” 9
– “Ciò di cui l’umanità ha più bisogno per conservarsi buona, o meglio, per diventarlo, poichè lo è così poco, per diventarlo sempre di più, perchè non lo è mai abbastaanza, non sono le parole, sono gli esempi. La parola è un povero soffio, il fatto, l’esempio, una solida forza. La parola piace, l’esempio convince. Esso, l’esempio, prova la possibilità reale di ciò che la parola accenna.”10
– “A noi, o amici miei, … il mettere l’armonia tra la testa e il cuore; il rendere a Dio la doppia conserta testimonianza della nostra intelligenza e della nostra vita. È il solo modo per poterci dir religiosi, teisti in faccia alla nostra coscienza; il solo modo di far onore al principio religioso nella società.”11
– “Seminiamo la luce, amici miei, se vogliamo fugare le tenebre, come Gesù ci ha insegnato, in un campo diverso e pure affine, ci ha insegnato a diffondere il bene se vogliamo vincere il male – vince in bono malum.“12
– “Essere religiosi non significa dire che Dio c’è, significa assai di più: donare a questo Dio la parte più eletta del nostro essere con la generosità la più completa; mettere Dio in tutta la nostra vita e tutta la nostra vita sotto l’egida e il presidio di Lui – in una sola parola adorare.“13
– “Ciò che indispettisce il popolo, non è di vedere che alcuni stanno in alto, mentre egli giace in basso, ma che vi stanno parassiticamente, vi stanno per loro comodo, non per comune bene”14
– “Il giorno in cui, in una società, un uomo muore di fame, o – poichè questo è un caso ipotetico – migliaia di uomini stentano senza loro colpa miseramente la vita, non si può certo designare nessun ricco come di ciò individualmente responsabile, ma posa su tutti una terribile responsabilità sociale.”15
– “Il popolo crederà a quel gruppo d’uomini che avrà saputo fare con maggiore efficacia i suoi interessi. Fare ecco il grande e ingenuo segreto della vittoria.”16
– “L’opinione diffusa è che il potere sia, non un servizio patriottico, ma un’ambizione od un interesse – l’Italia una vigna da mietere. E non tutti i nostri uomini di Stato meritano questo rimprovero, ma nessuno ha ancora fatto abbastanza per dissiparlo.”17
– “La vita e per questo: dovremo render conto a Dio, non dei chilometri che abbiamo percorsi, non del numero delle cose o delle parole che avremo imparate …, no; ma dell’attenzione che abbiamo prestata alla sua voce sempre vigile nella nostra coscienza, ma della fedeltà con cui, dopo aver intesa questa voce, le abbiamo obbedito. E solo per questa via che si salva l’anima, e il salvarla e il tutto della vita, perché e il suo scopo.” 18
– “Uomini onesti e nobili possono condurre un popolo alla rovina, e possono salvarlo con abilità maggiore uomini meno onesti. La cosa non deve fare sembrare meno preziosa la onestà – no, no, ma deve richiamarci a sentire quella che della onestà è la specifica efficacia. Non chiediamo mai a nessuno, ciò che esso non è destinato a dare, se non gli vogliamo far fare noi una brutta figura. “19
– “Facciamo qualcosa di meglio, che contare sulle tenebre; diffondiamo la luce, luce piena e schietta che non taccia ai ricchi dei loro doveri verso i poveri, nè a questi dei loro doveri verso i ricchi. E poi accanto alle parole mettiam mano ai fatti: un fatto solo vale bene cento ragionamenti.”20
– “Non temete, perchè cristiane, di divenir culte, ma perchè colte non vi vergognate di essere e comparire
cristiane.”21
– “Dio vuole che lavoriamo noi … noi dobbiamo salire, nessuno ci trasporta di peso alla vetta, noi dobbiamo produrre, non c’è generazione miracolosamente spontanea, noi dobbiamo conquistare, nulla ci viene gratuitamente donato. Questa verità ci fa sentire tutta la nostra gloriosa responsabilità … Vergogniamoci di essere incerti se siamo giovani, e di essere stanchi se per avventura siamo vecchi. Il lavoro è sempre necessario … il nostro; non lamentiamoci di Dio, o degli altri, quando le cose vanno male nel mondo dello spirito, o di rimbalzo nel mondo della materia; vergogniamoci di noi stessi, accusiamo noi stessi.” 22
– “… l’umiltà. Cerchiamo di essere primi in questa genuflessione; cerchiamo di farla più che nessun altro, alla scuola di Paolo, conscia e profonda.” 23
Note:
1. P.G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900, pagg. 9-10
2 P.G. Semeria “Per la scienza” in “Idealità buone: Per la Scienza, Per il Secolo, Per le donne, Per i giovani, Per gli operai, Per la musica, Per i monti, Per la ginnastica, Per le feste“, Rinfreschi, Piacenza 1915, pag. 35
3 G. Semeria “Unione per il bene. Pagine sulla carità”, L.I.C.E., Torino 1932, pag. 17;
4. P.G. Semeria “La realtà della morte e il problema della vita” in “Il Pardiso” , vol. 1, “Quaderni del Centenario della nascita di Padre Semeria”, “Eco dei Barnabiti”, Roma 1967, pag. 10.
5. P.G. Semeria “La realtà della morte e il problema della vita” in “Il Pardiso” , vol. 1, “Quaderni del Centenario della nascita di Padre Semeria”, “Eco dei Barnabiti”, Roma 1967, pag. 10.
6. P.G. Semeria “Per la Scienza” in “Idealità buone: Per la Scienza, Per il Secolo, Per le donne, Per i giovani, Per gli operai, Per la musica, Per i monti, Per la ginnastica, Per le feste“, Rinfreschi, Piacenza 1915, pag. 37.
7. R. Murri “Carteggio. Lettere a Murri” (a cura di L. Bedeschi), Storia e Letteratura, vol. II, Roma 1971, pagg. 21-22.
8. P. G. Semeria “La legge”, Le Monnier, Firenze 1937, pag. 150.
9. G. Semeria “Unione per il bene. Pagine sulla carità”, L.I.C.E., Torino 1932, pag. 21.
10. G. Semeria “Unione per il bene. Pagine sulla carità”, L.I.C.E., Torino 1932, pagg. 49-50.
11. G. Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)“, Federico Pustet, Roma 1903, pag. 182;
12. G. Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)“, Federico Pustet, Roma 1903, pag. 281;
13. G. Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)“, Federico Pustet, Roma 1903, pag. 177;
14. P.G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900, pag. 14
15. P.G. Semeria “L’eredità del secolo“, Pustet, Roma 1900, pag. 64;
16. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pag. XII;
17. G. Semeria ““Idealità buone: Per la scienza – Per la patria – Per il secolo – Per le donne – Per i giovani – Per gli operai – Per la musica – Per i monti – Per la ginnastica – Per le feste”, Federico Pustet, Roma 1904, pagg. 73-74;
18. G. Semeria cit. in “Evangelizare”, a. VI (1967), n. 2 (febbraio), pag. 35;
19. S[emeria] B[arnabita] “Aristocratici e democratici allo strazio della storia” in “Rassegna nazionale”, vol. 188, a. 1912, pag. 570.
20. G. Semeria “Idealità Buone. Per la scienza, Per la patria. Per il secolo. Per le donne. Per i giovani. Per gli operai.Per la musica. Per i monti. Per la ginnastica. Per le feste“, Tipografia della Gioventù, Genova 1901, pag. 19;
21. G. Semeria “Per gli operai” in “Idealità buone: Per la Scienza, Per il Secolo, Per le donne, Per i giovani, Per gli operai, Per la musica, Per i monti, Per la ginnastica, Per le feste“, Rinfreschi, Piacenza 1915, pag. 135;
22. G. Semeria “Unione per il bene. Pagine sulla carità”, L.I.C.E., Torino 1932, pagg. 62-63.
23. G. Semeria “Le Epistole delle Domeniche”, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Roma-Milano, 1938-XVI, pag. 65.
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