La carità e l’azione politica

Semeria adolescente

[pullquote]L’impegno culturale, morale, politico, e sociale sono cardini del rinnovamento…[/pullquote]

Impegno culturale, morale, politico, e sociale diventano, allora, i cardini su cui progettare ogni serio processo di rinnovamento80 che non potrebbe esprimersi d’altronde se non in una sincera sollecitudine che miri a promuovere i valori cristiani nella comunità attraverso la famiglia, la vita economica e la partecipazione politica81.

Anche se il suo, a differenza dell’ipotesi murriana, non era un impegno che aspirasse esclusivamente alla creazione di una forza cristiana che mirasse ad entrare, direttamente, nell’agone politico, quanto, piuttosto, un impegno più profondo, che nel rinnovamento culturale vedesse una condizione necessaria per un’incisiva e moderna azione politica, e sociale, dei cattolici82.

Fu tra i fondatori del Partito Popolare83 – avendo preparato con Don Sturzo e Stefano Cavazzoni la nascita di quello che sarebbe stato il partito cattolico nazionale – e lanciò, con essi, al Paese il celebre appello dei “liberi e dei forti”84.

Ma non per questo mancò, più volte, di denunciare la sempre più forte laicizzazione di quel partito che immaginava fortemente legato, nella legittima autonomia, alla dottrina sociale cristiana85.

“Non ho molta fede nei partiti: – finì per dire – spero molto da una infusione larga, da un ravvivamento sincero, dello spirito cristiano in tutti e in ciascuno, … i nomi mi sembrano sempre più una etichetta che può coprire tante cose diverse.”86

Sentiva necessaria, infatti, un’esigenza, non partitica, e fondamentalmente “apolitica”, “superpartes”87, di sincera azione cristiana che si riproponesse di riformare la cultura dal di dentro, piuttosto che sprecare utili energie nel tentativo di disegnare futili e pericolose riforme esteriori.88

E’ per questo che collaborò anche, con il P. Gemelli, alla fondazione dell’Università Cattolica89 seguendone, sempre, con trepidazione, le sorti, sin dagli inizi tanto difficili ed incerti.

Non bisogna dimenticare che la Chiesa era impegnata, in quegli anni, in una lotta politica e ideologica serrata con uno Stato italiano laico e liberale, con il socialismo rampante, e con una corsa sempre più forte verso il piacere ed il profitto; ciò la portò, spesso, ad irrigidire la sua posizione teologica e morale con l’effetto di suscitare non poche resistenze verso quei religiosi, quei laici, che vedevano, piuttosto, in un confronto intellettuale, anche se critico, con la nuova cultura, un’opportunità ulteriore di apostolato, di sincera carità cristiana.

[pullquote]Quel disgraziato “Non expedit” era una pesantissima catena ai piedi de’ cattolici…[/pullquote]

“Quel disgraziato “Non expedit” – ricorderà più tardi Padre Minozzi – (era una) pesantissima catena ai piedi de’ cattolici italiani”90 – e , specie per i seminaristi, per il clero, “la vita moderna era , doveva essere tutta maledetta ……. Non si dovevano guardare né libri, né persone, (era) scomunicato l’universo… – Tra cattolici e liberali e socialisti si era scatenata – … una gara scervellata a ferirsi, a colpirsi gli uni gli altri. … – col risultato di ritrovarsi in una realtà politica fatta di -… rissosità, faziosità, di bassissima lega. – In sostanza di fronte ad una condizione di vera e propria – .. follia collettiva.”91

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80. Vedi al proposito ciò che la Costituzione Pastorale su “La Chiesa nel mondo contemporaneo” dice relativamente ai principi della responsabilità, partecipazione e solidarietà (in particolare “Gaudium et Spes” 31e, 69.b ).
81. C. Argenta “Un maestro di impegno civile per i cattolici di ieri e di oggi” in “L’Avvenire d’Italia” Bologna 1967, 15 dicembre. Molto interessante è, al proposito, la lettera al Direttore della “Voce” in cui – superando la prospettiva del “Non expedit”, rivendica il diritto alla partecipazione dei cattolici nella vita politica (“Una parola da buoni fratelli su un interesse comune”) (Manoscritto inedito n. 68 dell’Archivio Barnabitico di Roma).
82. G. Mesolella “Padre G. Semeria tra scienza e fede”, op. cit., pag.177-180. Vedi anche G. Riva “Sotto la sua guida i cattolici impegnati in politica risposero affermatvamente all’appello della storia” ne “Il Popolo dell’Oltrepo” di Tortona, 12 ottobre 1967. Tale concezione che vede nella responsabilità culturale del cristiano verso la politica una assoluta libertà di scelta relativamente ai partiti che finiscono, poi, per gestire la cosa pubblica, verrà confermata dal Concilio il quale – pur stimando “degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità”(“Gaudium et Spes” 75.c) – ribadisce: “la Chiesa che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico, è insieme il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana”(“Gaudium et Spes”, 76.b) ed opera, per questo, con decisione, nella speranza di ovviare allo “scambio dei mezzi con i fini (“Centesimus annus”, 41); quello scambio che porta a dare valore di fine ultimo a ciò che è soltanto un mezzo per concorrervi, oppure a considerare delle persone come mezzi in vista di un fine – generando così – strutture ingiuste che “rendono ardua e praticamente impossibile una condotta cristiana conforme ai comandamenti del Divino Legislatore”(Pio XII, discorso del 1° giugno 1941)”(“Catechismo della Chiesa Cattolica”, 1887) .
83. C. Algranati, G. Piovano “Democrazia Cristiana” Torino 1897, cit. in S. Trentin “Profilo di storia della Chiesa Italiana dall’Unità ad oggi” in R. Aubert, H. Hajjar, J. Bruls, S. Tramontin “La Chiesa nel mondo moderno” vol. 5, parte II, Marietti, Torino 1979, pagg. 283-284; G. Cappelli “La prima sinistra cattolica in Toscana”, Cinque Lune, Roma 1962, pagg. 62, 133, 134, 238, 274, 275; L. Ambrosoli “Il primo movimento democratico cristiano in Italia (1897-1904) Cinque Lune, Roma 1967, pag. 78.
84. L. Bedeschi “I cattolici disubbidienti” Vito Bianco Editore, Roma – Milano – Napoli 1959, pagg. 232-233.
85. P. Giovani Semeria “I miei quattro Papi (Benedetto XV)” vol. II, scuola Tip. Orfanotrofio Maschile, Amatrice 1931, pag. 148. Vedi anche:P. Scoppola “Coscienza religiosa e democrazia nell’Italia contemporanea”, Il Mulino, 1966, pag. 321.
86. P. Giovanni Semeria “Le tre coscienze, loro genesi e loro natura” in appendice a: G. Mesolella “P. Giovanni Semeria tra scienza e fede”, op. cit., pag. 261
87. F. Sala “Padre Semeria Barnabita”, L.I.C.E., Torino 1941, pag. 181. A Genova, il 6 gennaio 1901, si dichiarerà “amico di tutte le classi ed estraneo perché superiore ai partiti.” (P. Giovanni Semeria “Le tre coscienze, loro genesi e loro natura” in appendice a: G. Mesolella “P. Giovanni Semeria tra scienza e fede”, op. cit., pag. 261
88. P. Giovanni Semeria “L’Eredità del secolo”, Pustet, Roma 1900, pag.9. E. Santini, passando in rassegna l’oratoria politica, forense e accademica di fine Ottocento , lo ricorda lontano dalle congreghe politiche ma fortemente impegnato nella promozione del sincero pensiero sociale cristiano. (E. Santini “L’Eloquenza politica, accademica e forense” in: AA. VV. “L’Eloquenza” Milano 1931, pag. 320).
89. G. Mesolella “Padre G. Semeria tra scienza e fede” , op. cit., pag.209-211.
90. P. G. Minozzi “Ricordando”, op cit., pag. 98.
91. P. G. Minozzi “Ricordando” op. cit., pagg. 50-51.

 

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