Nel Centenario della fondazione dell’Istituto dell’Opera, intitolato al “Padre Giovanni Semeria”, a Sparanise (CE), si è voluto ricordare l’impegno di carità assunto, dal Padre barnabita e dall’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, da lui fondata con l’amico Minozzi, ed il rilievo, di primo piano, che lo stesso ha assunto, con il tempo, nel tessuto culturale e sociale del territorio.
-
-
G. Boffito “Semeria” in “Scrittori barnabiti … “: biografia, bibliografia, iconografia”, vol. III, Olschki, Firenze 1934
In questa pagina rendiamo disponibile quello che può essere considerato, a buon diritto, il primo e più conosciuto studio bio-bibliografico realizzato sul Padre Semeria.
Immagini collegate:
-
Le Epistole delle Domeniche (1938)
In questa sezione presenteremo una scheda critica essenziale dei volumi che risultano fondamentali per comprendere il pensiero e l’opera del Padre Barnabita.
Immagini collegate:
-
P. Giovanni Semeria e i Savoia
Quando, allo scoccare del nuovo secolo, il Semeria scrisse “all’orologio della storia batte l’ora della democrazia”3, il movimento democratico cristiano era agli inizi e pareva impossibile, ai più, conciliare la propria fede cattolica, con l’amore di patria e le pressanti rivendicazioni degli ultimi. Non pochi spiriti liberali, delusi dal “Non expedit“, vedevano, quindi, nella Monarchia e nella Conciliazione tra Stato e Chiesa, un’opportunità, concreta, di impegno sociale cristiano, una garanzia nei confronti di un socialismo ateo e rivoluzionario che diventava, col tempo, sempre più virulento e destabilizzante.
Immagini collegate:
-
Il viaggio in America per la raccolta dei fondi
Scrivendo, nel 1924, una rendicontazione particolareggiata sull’azione di carità intrapresa, con il Minozzi, in favore degli orfani, il Semeria ricorda: «Decidemmo di dividerci momentaneamente per poi lavorare meglio uniti. D. Minozzi scelse per sé la parte più prosaica; restare qui in Italia, continuandovi il lavoro di esplorazione, di dissodamento del terreno, di rapporti con le Autorità, di appello alla beneficenza indigena e straniera […]. E a me toccò la parte più poetica, il viaggio negli Stati Uniti del Nord America dove c’erano i dollari americani e i cuori generosi dei nostri emigranti»1 . Erano, entrambi, impazienti di agire: gli Orfani non potevano aspettare2.
Immagini collegate: